Articolo a cura della Dott.ssa Elisa Frignani
Fisioterapista specializzata in trattamenti manuali osteopatici
COS’E’ IL BRUXISMO?
Il bruxismo è un’attività motoria caratterizzata da serramento e digrignamento dei denti.
Nella maggior parte dei casi si verifica durante la notte (bruxismo notturno), ma in rari casi può presentarsi anche di giorno (bruxismo della veglia o diurno).
Secondo una recente classificazione dei disordini del sonno, il bruxismo è definito come un disordine motorio legato al sonno.
Nel Glossario dei Termini Protesici il bruxismo è “un’abitudine parafunzionale di digrignare i denti, che consiste in movimenti involontari e non funzionali, ritmici o spasmodici, che provocano digrignamento, strofinamento o serramento dei denti”.
Le strutture coinvolte sono i denti, i tessuti di supporto dei denti, i muscoli della masticazione e le articolazioni temporomandibolari.
I sintomi tipici del bruxismo sono dolore alla masticazione e ai muscoli cervicali, denti ipersensibili e attiva mobilità dei denti, mal di testa, e stanchezza per scarsa qualità del sonno.
Da un punto di vista tecnico il bruxismo può essere causa di un insieme di patologie che prendono il nome di DISORDINI TEMPOROMANDIBOLARI (abbreviato: DTM);
Fra questi, i disturbi i più comuni sono:
– disordini delle articolazioni temporomandibolari (abbreviato: ATM);
– dolore e indolenzimento dei muscoli della masticazione;
– dolore della regione orofacciale;
– cefalee.
I sintomi legati ai DTM sono dolore o rumori (scrosci oppure sfregamento) all’articolazione della mandibola, limitazione e deviazioni dell’apertura della bocca, cefalee, dolore e affaticamento ai muscoli del viso, dolore o rigidità al collo, alle spalle e alla schiena, ma molti altri ancora possono comparire.
Per riepilogare il bruxismo è causa nel tempo di:
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DANNEGGIAMENTO DEI DENTI: il digrignamento e la sollecitazione possono causare usura dei denti, danneggiare lo smalto e nei casi più gravi provocare la frattura di denti, di protesi, otturazioni e decementazione di ponti e capsule.
I movimenti di sollecitazione si trasmettono alle strutture ossee di supporto, cioè a mandibola e mascella (dove i denti sono “alloggiati”), e alle gengive. A lungo andare queste strutture possono cedere e i denti diventare mobili e/o ipersensibili.
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DOLORI MUSCOLARI E CEFALEE: il bruxismo crea soprattutto un affaticamento della muscolatura masticatoria. L’affaticamento può spesso riguardare anche i muscoli del collo e delle spalle; si possono generare così forti tensioni che possono esser causa di mal di testa.
- DOLORE DELLA BOCCA: le forze sviluppate dal bruxismo si scaricano inevitabilmente sulle articolazioni temporomandibolari, causando infiammazione e dolore. Talvolta possono esser causa di dislocazioni del disco articolare con conseguenti disfunzioni come scrosci articolari nei movimenti di apertura e chiusura della bocca, deviazioni o limitazione dell’apertura della bocca. Nel caso in cui l’articolazione sia degenerata si può percepire la sensazione di “sabbiolina” in dinamica articolare.
Queste complicazioni si presentano maggiormente in caso di malocclusione dentale, in quanto anch’essa è causa di stress sia delle articolazioni temporomandibolari, sia dei muscoli della masticazione.
MA PER QUALE RAGIONE SI DIGRIGNANO I DENTI?
Non esiste un’unica causa che porta al bruxismo, ma sono numerose le teorie sulla sua origine.
Una teoria una volta diffusa, ma oggi screditata dai più recenti studi in materia, ipotizzava che il digrignamento e lo strofinio dei denti potesse essere un meccanismo dell’organismo per eliminare interferenze nell’occlusione dentale.
Gli attuali studi supportano invece un’ipotesi multifattoriale della genesi e patogenesi del bruxismo.
I fattori che sono stati confermati negli studi condotti negli ultimi dieci anni comprendono:
la predisposizione genetica;
l’architettura del sonno (ad es. micro-risvegli che avvengono durante il sonno);
fattori psicologici come stress ed ansia;
fattori ambientali;
livelli di catecolamine nel sistema nervoso centrale;
trauma cerebrale e malattie cerebrali;
effetti di farmaci o droghe (sostanze stimolanti: medicine ansiolitiche o dopaminergiche, ecstasy, caffeina, o inibitori del reuptake della serotonina (SSRI), ecc.);
la funzione del sistema nervoso autonomo (generatore del pattern di attivazione muscolare).
Uno studio sperimentale suggerisce che anche il reflusso gastroesofageo possa essere talvolta causa di bruxismo.
Per tutti i casi è di fondamentale importanza l’analisi dettagliata con il paziente di dati e sintomi che insieme ad una prima visita possono aiutare il professionista a definire il miglior percorso terapeutico.
COME INTERVENIRE IN CASO DI BRUXISMO?
Poichè il bruxismo ha una natura multifattoriale, molto spesso il miglior percorso terapeutico coinvolge più strumenti terapeutici.
Ne elenchiamo di seguito alcuni:
1) Conoscenza e cooperazione del paziente
Una volta eseguita la diagnosi clinica, occorre fornire dettagliate informazioni al paziente circa l’importanza dell’osservazione del proprio comportamento, dell’autocontrollo, dell’autorilassamento e, con il tempo, dell’autotrattamento. L’efficacia di qualsiasi altro strumento terapeutico non può prescindere dalla comprensione e cooperazione del paziente.
2) Intervento odontoiatrico
Attraverso l’intervento dell’odontoiatra specializzato è possibile prevenire il danno dei denti e ridurre la sollecitazione alle strutture di supporto.
Attraverso l’uso di un bite, dispositivo rimovibile in resina trasparente, che solitamente si inserisce sui denti superiori, è possibile ridurre gli effetti usuranti del digrignamento/serraggio e la sollecitazione dei tessuti di sostegno.
Con il bite è possibile anche modificare la posizione della mandibola, qualora alterata, migliorando l’attività dei muscoli, e i rapporti tra le strutture delle ATM.
Inoltre la differente distribuzione dei contatti dei denti può anche ridurre la forza con cui si possono stringere, serrare e digrignare fra loro, riducendo così i danni alle strutture della bocca, e favorendo il rilassamento dei muscoli masticatori.
Il solo bite però spesso non risolve completamente i disagi causati dal bruxismo!
3) Terapie psicologiche
Le terapie psicologiche sono importanti per influenzare i fattori psicoemozionali che sottostanno al bruxismo: il controllo dell’ansia e dello stress emotivo può essere fondamentale per ridurre o eliminare il digrignamento.
4) Medicina alternativa naturopatica
Adottando un insieme di misure di igiene del sonno è possibile approcciare il problema in maniera olistica e naturale rendendo consapevole il paziente dell’effetto stimolante o rilassante di differenti sostanze naturali, alimenti, alcol, tabacco…
5) Trattamento fisioterapico osteopatico dell’ATM
Il trattamento fisioterapico da parte di personale specializzato in trattamenti manuali osteopatici può agire sui meccanismi neurofisiologici che provocano il bruxismo.
Dopo un’accurata anamnesi è possibile identificare i trattamenti più adatti e consigliare l’utilizzo di strumenti terapeutici adeguati.
Un fisioterapista specializzato può lavorare:
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su tutta la muscolatura masticatoria (interna ed esterna al cavo orale) per ridurne l’ipertono;
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sulle suture del cranio, per ottenere effetti regolatori sul Sistema Nervoso Autonomo;
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sulla regione cervicale per aumentare la risposta parasimpatica;
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sui tessuti molli suboccipitali per attenuare il tono simpatico;
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sui nervi cranici, in particolare sul nervo trigemino e sul nervo facciale, primariamente coinvolti nei DTM (disordini temporomandibolari);
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direttamente sull’articolazione con tecniche di rilascio;
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sul disco, con tecniche specifiche di “ricattura” nel caso non sia in sede.
Il fisioterapista specializzato in trattamenti osteopatici, con queste tecniche può anche influenzare i fattori emotivi, quali ansia e stress e insieme ad altri suggerimenti comportamentali e consigli terapeutici può aiutare il paziente a ridurre o eliminare il problema del bruxismo.
6) Intervento neurologico e/o medico specialistico
Nel caso di bruxismo causato da alcune malattie neurologiche o da effetti collaterali dovuti all’assunzione di farmaci è indispensabile l’intervento del neurologo e del medico che ha prescritto i farmaci.
Presso il Poliambulatorio FKTherapy di Ponte Taro di Noceto, in provincia di Parma, lavora la Dottoressa Elisa Frignani, specializzata nel trattamento dei DTM disturbi temporo mandibolari attraverso specifici trattamenti fisioterapici osteopatici.
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