Articolo a cura del Dott. Giacomo Rastelli – Fisioterapista
La tecarterapia è una terapia fisica fisioterapica indicata per velocizzare il recupero dopo traumi e in caso di patologie infiammatorie dell’apparato muscolo scheletrico.
Che cos’è la tecar?
La tecar è una apparecchiatura elettromedicale che sfrutta la termoterapia (terapia col calore), in particolare l’effetto benefico del calore endogeno (indotto a partire dall’interno del corpo).
E’ detta anche diatermia, parola che deriva dal greco e che significa “attraverso calore” e che indica le terapie che sfruttano l’effetto terapeutico dell’aumento di temperatura all’interno dei tessuti.
Il nome TECAR è acronimo di Transfer Energy Capacitive And Resistive, Trasferimento Energetico Capacitivo e Resistivo.
Questa terapia si basa sul principio fisico del condensatore o circuito “Resistenza-Condensatore”.
Questo fenomeno si ottiene attraverso l’uso di due “armature” costituite dal manipolo e da una piastra posizionate a contatto della cute una opposta all’altra; il tessuto da trattare è attraversato da una radiofrequenza che fluisce fra di essi, provocando una eccitazione delle cariche presenti nei tessuti e generando calore all’interno dell’area anatomica.
Il generatore elettrico al quale sono collegate le armature permette inoltre una regolazione della potenza della radiofrequenza utilizzata, in base al tipo e alla profondità del tessuto che si vuole trattare.
Ciò che differenzia la Tecarterapia da altre terapie fisiche che sfruttano l’effetto benefico del calore è la modalità di trasferimento energetico: anziché irradiare energia dall’esterno (come ad esempio con il laser) la tecar induce calore internamente creando un “micro-movimento” nei tessuti, con conseguente iper-vascolarizzazione della zona.
Questa terapia è in grado quindi di innescare una serie di effetti biologici nel tessuto trattato, che possono concorrere a riattivare i naturali processi riparativi dell’organismo.
Fra gli effetti benefici della produzione di calore in profondità ci sono la diminuzione della viscosità dei tessuti, l’aumento dell’apporto di sostanze nutritive e dell’attività metabolica cellulare, la stimolazione del drenaggio linfatico e aiuta l’eliminazione di scorie e cataboliti tessutali.
Modalità capacitiva e modalità resistiva per agire su tutti i tessuti
A seconda della patologia da trattare è possibile agire in modo selettivo su diversi tessuti, quelli più superficiali come muscoli e tessuti molli o quelli più profondi come legamenti, tendini, pelle, grasso e tessuto osseo.
A seconda del manipolo utilizzato è possibile lavorare in modalità capacitiva o in modalità resistiva.
Nella modalità capacitiva gli elettrodi sono rivestiti da un materiale isolante e l’azione stimola soprattutto i tessuti molli e a maggior concentrazione d’acqua (muscoli e tessuti connettivi).
Nella modalità resistiva l’elettrodo non è rivestito da materiale isolante e l’effetto sarà maggiore in prossimità dei tessuti a più alta resistenza (a minor concentrazione d’acqua) vale a dire ossa, articolazioni, tendini, legamenti, cartilagini, etc.
La modalità capacitiva permette di lavorare con intensità maggiori, più in profondità e producendo un maggior aumento della temperatura, ed è perciò spesso la prima scelta terapeutica, ma quando indicato, la combinazione delle due modalità permette il raggiungimento di migliori risultati e in tempi più rapidi.
Il fisioterapista può decidere di combinare le due modalità di trattamento in base al quadro sintomatologico e patologico del paziente e spesso i risultati sono ancora migliori se la tecarterapia è integrata con altre tecniche fisioterapiche come massoterapia, terapia manuale e esercizio terapeutico.
Quando è indicata?
La tecarterapia deve essere prescritta da un medico.
E’ particolarmente indicata quando si voglia velocizzare un processo di recupero post-traumatico o per diminuire la sintomatologia dolorosa di un processo infiammatorio.
In particolare è molto utile in caso di:
- Contrattura, stiramento o strappo muscolare;
- Gonfiori locali (edemi);
- Lombalgie, cervicalgie, dorsalgie;
- Patologie muscolo-scheletriche distrettuali come:
- Tendiniti
- Tenosiviti
- Capsuliti
- Epicondilite
- Epitrocleite
- Rizoartrosi
- Coxartosi
- Pubalgia
- Borsiti
- Condropatia
- Gonartrosi
- Fasciti plantari
- Tendinite achillea
- Esiti di fratture.
In cosa consiste il trattamento?
Si ricerca la posizione più comoda per il paziente che garantisca il passaggio di corrente corretto tra manipolo e piastra, dopo di che, avvalendosi di una crema che migliora la conduzione, il fisioterapista svolge un massaggio tenendo tra le mani lo strumento.
Il paziente avverte una sensazione di calore piacevole nella zona in cui avviene il trattamento inducendo un aumento della vascolarizzazione.
Il rossore può restare visibile a livello cutaneo per qualche ora, su alcune cuti molto sensibili potrebbe provocare un arrossamento maggiore anche nei giorni successivi, per poi scomparire.
Quante sedute bisogna fare e dopo quanto fa effetto?
Il medico solitamente prescrive un ciclo di 10 sedute; la cadenza delle sedute in media è di due/tre a settimana da concordare con il personale sanitario in base alla diagnosi.
Nella maggior parte dei casi i benefici si notano a partire dalla 4°-5° seduta.
Quando è controindicata?
La tecarterapia non deve essere eseguita in portatori di pacemaker, donne in gravidanza, o in caso di neoplasie.
E’ controindicata in individui NON sensibili alla temperatura, in caso di corpi metallici (vecchie protesi) o di portatori di dispenser elettronici di farmaci e in caso di ferite aperte e ustioni.
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